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Scambio sul posto, scambio cosa?

Cosa si nasconde dietro la parola Scambio sul Posto che tutti oramai abbiamo sentito almeno una volta nella nostra vita?

Quali alchimie hanno prodotto questo regime contrattuale?

Ciò che leggerai in questo articolo non ti servirà per calcolare al centesimo spaccato quello che ti rientrerà in tasca vendendo la tua energia al GSE (… non l’ENEL), ma ti servirà per capire a grandi linee cosa vuol dire “scambiare” la tua energia elettrica con la rete pubblica.

Come premessa ti dico che è praticamente impossibile calcolare esattamente la valorizzazione secondo Scambio sul Posto dell’energia elettrica immessa in rete da parte di un generico impianto fotovoltaico al netto dei propri autoconsumi … troppe variabili in gioco! … ogni impianto e utente fanno storia a se!

Infatti per ogni situazione si dovrebbero considerare il particolare contratto di fornitura, il costo dell’energia nell’ora di immissione, il costo dell’energia nell’ora di prelievo, etc. etc.

Allora come si può capire se lo scambio sul posto ci permette di valorizzare adeguatamente la nostra energia elettrica? Insomma … è conveniente produrre energia elettrica tramite un proprio impianto fotovoltaico?

Con questo articolo ti spiegherò il meccanismo nel suo generale.

Innanzitutto cosa è lo Scambio sul Posto?

Il regime contrattuale di scambio sul posto è quel meccanismo che permette di valorizzare l’energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico che risponde a determinate caratteristiche.

… per farla breve è il regime contrattuale tipicamente utilizzato dalle utenze residenziali e dalle piccole imprese.

Lo Scambio sul Posto non è un incentivo ed è utilizzabile in abbinamento al sistema di detrazioni fiscali; in “soldoni” quando acquisterai un impianto fotovoltaico avrai la possibilità di usufruire delle detrazioni fiscali e, in aggiunta, la facoltà di scegliere un regime contrattuale che potrà essere, appunto, quello dello Scambio sul Posto (il più adeguato se vorrai utilizzare la tua produzione).

Bene, andiamo al punto forte!

Quanto è pagata l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico?

Quanto potrebbe essere pagata l’energia elettrica prodotta da un tuo impianto fotovoltaico? … che fine fa se non la consumi? Si regala all’ENEL?

In breve: l’energia prodotta da un impianto fotovoltaico può essere auto consumata o immessa … nel senso che se non la consumi istantaneamente, la immetterai in rete (la rete elettrica pubblica).

Per quanto riguarda l’energia autoconsumata, è abbastanza ovvio che determinerà un mancato costo, perché se autoconsumi l’energia che produci, questa non andrà ad immettersi in rete, autoconsumando la tua energia non andrai a prelevarla dalla rete e tanto meno la pagherai.

L’energia autoconsumata è quella che ti permetterà di tagliare immediatamente la bolletta!

L’autoconsumo è il primo effetto tangibile dell’installazione di un impianto fotovoltaico!

Tanto più autoconsumi, tanto meno paghi!

Che fine fa invece l’energia immessa in rete?

… che fine fa l’energia che produrrai un fine settimana nel quale non ti troverai in casa?

Tutta l’energia immessa in rete, quella prodotta al netto degli autoconsumi, va ad accumularsi in una sorta di “batteria virtuale” (passami il termine) che verrà “svuotata” a fine anno.

Tutta l’energia che invece preleverai (durante le ore di non funzionamento dell’impianto o quando produce poco) la pagherai.

Ma quindi l’energia immessa, la “batteria virtuale”?

Il 31/12 di ogni anno, il GSE leggerà il tuo contatore, leggerà l’energia immessa in rete e quella prelevata e a questo punto “scaricherà la tua batteria virtuale”.

L’energia immessa in rete verrà valorizzata sul conto corrente (pagata) in proporzione a ciò che hai prelevato/pagato in bolletta.

In poche parole avrai una sorta di dare-avere, prima pagherai e poi otterrai un rimborso economico in base a ciò che avrai immesso.

E se produrrai più di quello che consumerai la notte?

In questo caso avrai delle eccedenze, le eccedenze sono quei kWh che si immettono in rete e che nell’arco dell’anno non si riescono a prelevare. Le eccedenze devono essere liquidate alla fine di ogni anno o accumulate per gli anni successivi. Il valore economico delle eccedenze corrisponde al valore economico puro dell’energia elettrica.

Altra piccola nota: l’energia immessa e prelevata (scambiata) non è tassata, le eccedenze devono essere dichiarate al fisco in quanto configurabili come vendita di energia.

Questo è il motivo per il quale tipicamente è preferibile installare un impianto che non sia esageratamente sovradimensionato.

Per chiarire il concetto, poniamo che un impianto fotovoltaico da 6 kWp produca annualmente 8500 kWh e che al 31/12 le letture nel contatore siano le seguenti:

  • prelievi: 4250 kWh;
  • immissioni: 5100 kWh.

Ciò vuol dire che l’autoconsumo sarà pari a 3400 kWh.

L’energia scambiata (immessa e prelevata) sarà pari a 4250 kWh.

Le eccedenze (energia immessa ma non prelevata, il fondo della mia “batteria virtuale”) sono apri 850 kWh (5100 – 4250).

Il costo dell’energia scambiata ha un valore pari a circa il 60% del costo dell’energia prelevata.

Le eccedenze son pagate il costo puro dell’energia.

Vuoi approfondire il discorso e spaccare al centesimo i calcoli?

Dai un’occhiata alle FAQ sul GSE:

FAQ – Scambio sul Posto.

Vorresti approfondire l’intero “discorso fotovoltaico” perché anche tu hai deciso che é arrivata l’ora di pensare ad un tuo impianto fotovoltaico?

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